La Luce Blu rappresenta una fonte di stress ossidativo che interferisce sulla pigmentazione della retina. Può originare secchezza ed infiammazione oculare, inibisce la secrezione della melatonina, (alterando di conseguenza il ritmo sonno-veglia) , affatica la vista ed è ritenuta un fattore di rischio associabile alla degenerazione maculare legata all’età (DMLE).
Nell’era digitale, è aumentata l’esposizione alla luce blu, tramite l’utilizzo prolungato di dispositivi digitali. Tutto ciò non può che provocare problemi visivi ed è dunque fondamentale prevenire o limitare i disturbi associati a questa condizione.
Una valida protezione per contenere il danno visivo, potrebbe essere l’utilizzo di occhiali con lenti antiriflesso, che filtrano la luce blu nociva.
Esistono, inoltre, dei filtri chimici (crocina), presenti all’interno di specifici colliri, che hanno la capacità di assorbire selettivamente la luce blu e sono indicati anche per prevenire i sintomi correlati all’utilizzo dei “devices tecnologici”, come arrossamento, bruciore, sensazione di corpo estraneo.
E’ buona norma ricordare che occorre osservare una pausa ogni venti minuti di utilizzo di un dispositivo digitale (si consiglia di distogliere lo sguardo, focalizzando un oggetto distante dal campo visivo per almeno 20 secondi).
E’ utile, sottoporsi a regolari visite dal proprio oculista e naturalmente non abusare di pc, tablet e smartphone.
Particolare attenzione, va prestata quando le persone esposte alla luce blu sono i bambini. Studi recenti, dimostrano che il 76,5% trascorre oltre due ore al giorno davanti ad uno schermo. Questo, può provocare cefalea, dolore tensivo a collo e spalle, occhi irritati ed arrossati, irritabilità.